“Voglio essere una runner professionista, una di quelle che può permettersi di pagarsi una vita attraverso la corsa; insomma, un'atleta vera e propria”. Quanti giovani amanti del running hanno avuto almeno una volta questo pensiero? È sicuramente un sogno ricorrente. Un sogno che accompagna ancora oggi Cecilia Basso, atleta del sullIsola di Gran Canaria, conquistando il. Partivi come favorita.

Cecilia ha già collezionato qualche primo posto degno di nota: il 5 agosto 2018 ha vinto nella categoria under 20 i mondiali giovanili di skyrunning sul Gran Sasso: 21 chilometri e 2.226 metri di dislivello. Questo 23 febbraio invece ha corso la sua prima gara con il team Brooks, nel segmento da 12 Abbigliamento sportivo e accessori tech sull’Isola di Gran Canaria, conquistando il primo posto della categoria femminile.

Un sogno, quello di diventare atleta professionista, che adesso sembra avvicinarsi sempre più rapidamente. La strada è ancora lunga anche perché troppe volte in questo ambito, come lei stessa ha confessato, vale il principio: “O sei Kilian Jornet o non sei nessuno”. Questa nuovo percorso iniziato con Brooks offre però a Cecilia almeno una grande opportunità, quella di continuare a correre ed inseguire il suo sogno.

miti da sfatare sul trail running?

“Sono stata molto contenta di questo successo. Era la prima gara con il team Brooks Trail Runner e ci tenevo a far bene. Poi mi stavo riprendendo da un infortunio e ho passato un periodo in cui mi sentivo a volte Thor ed a volte una mezza calzetta. Ritrovare delle belle sensazioni il giorno della gara fa bene al morale”.

Partivi come favorita?

“Non lo so, sapevo che c’era un’altra mia compagna di squadra che puntava al primo posto. Non conoscevo bene gli altri avversarsi, ma il mio obiettivo era far bene e basta. Al di là della posizione in classifica”.

Tu sei un’atleta giovane sulla strada verso il professionismo, cosa hai fatto per arrivare a questo punto?

“Io ho sempre giocato a basket, ma d’estate amavo andare in montagna a camminare. Un’estate ho iniziato a correre e così ho scoperto il trail running. Quando ho iniziato l’università, ho scelto di fare trail running seriamente facendomi seguire da un allenatore, Sergio Benzio, che mi ha spiegato che per correre forte in montagna, bisogna saper correre forte anche in pianura”.

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Nata a Settimo Torinese, 25 anni e una passione per la montagna sbocciata da giovanissima?

“Esatto, le parole del mio allenatore mi hanno aperto, in generale, a tutto il mondo del running. Quindi corsa in montagna e anche altro, perché i miei obiettivi principali della stagione sono le gare di trail running, però faccio anche gare su strada di 10 chilometri, 21 chilometri e cross perché tutto serve a migliorare la prestazione sui sentieri”.

Cosa consiglieresti a qualche giovane che vuole cercare il professionismo nel running, come stai facendo tu?

“Non è difficile. Se una cosa ti piace, puoi raggiungerla. Ci vuole pazienza e determinazione, anche nei momenti in cui sembra andare tutto storto e il sogno sembra essere irraggiungibile”.

Che prospettive hai per il futuro?

“Non lo so, mi piacerebbe provare ad allungare le distanze. Finora ho fatto gare tra i venti e trenta chilometri, mentre mi piacerebbe arrivare sui quaranta. Poi provare a fare qualche corsa importante a livello internazionale e riuscire a rientrare di nuovo in nazionale per qualche competizione di alto livello, come Europei o Mondiali. L’obiettivo principe rimane però il divertimento: se quando corro non mi diverto e non sto bene, significa che qualcosa non va”.

Hai il sogno dell’ultra? È una distanza che ti affascina?

“A me piacciono le lunghe distanze, però attualmente il massimo della lunghezza alla quale posso puntare sono i 42 chilometri. L’ultramaratona per ora non rientra nei mei piani, però potrebbe anche essere un obiettivo futuro. Questo non posso ancora dirlo. Al momento mi piace la sensazione di correre forte e veloce, probabilmente non otterrei lo stesso risultato sulle distanze di una gara ultra”.

Dalla maratona ai trail, lavventura di Gavasso?

“Tutti i giorni. Con il mio allenatore abbiamo concordato un programma. Nel periodo più vicino alle gare faccio più corsa, mentre nei periodi senza gare in programma facciamo anche tanta bici. Mediamente corro tra i 70 e gli 80 chilometri a settimana”.